- La cma indaga sul dominio di google con oltre il 90% delle ricerche nel regno unito.
- la cma prevede interventi dal 2026 su motori di ricerca specializzati.
- google ha ricevuto una sanzione ue di 4,1 miliardi di euro per antitrust.
Nel panorama digitale in continua evoluzione, il Regno Unito si pone come un osservatore attento e, all’occorrenza, un regolatore severo nei confronti dei giganti tecnologici. Google, con la sua onnipresenza nel mondo delle ricerche online, si trova ora al centro di un’indagine approfondita da parte della Competition and Markets Authority (CMA). L’obiettivo? Valutare se attribuire al motore di ricerca uno “Strategic Market Status” (SMS), una mossa che potrebbe ridefinire il modo in cui Google opera nel mercato britannico.
Le ragioni dietro l’indagine
La CMA, l’autorità antitrust del Regno Unito, ha espresso preoccupazioni riguardo al dominio di Google nel settore delle ricerche online. Con oltre il 90% delle ricerche effettuate nel Regno Unito che passano attraverso i suoi server, Google esercita un’influenza considerevole sulle abitudini dei consumatori e sulle strategie delle imprese. La CMA teme che questa posizione dominante possa portare a pratiche anticoncorrenziali, danneggiando editori, inserzionisti e, in ultima analisi, i consumatori stessi. La direttrice esecutiva della CMA, Sarah Cardell, ha sottolineato come Google sia uno strumento fondamentale per la vita quotidiana di milioni di persone e per oltre 200.000 aziende britanniche. Tuttavia, ha aggiunto che esistono margini per rendere il mercato più aperto, competitivo e innovativo.
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Le misure proposte
Qualora a Google venisse conferito lo status SMS, la CMA potrebbe implementare diverse disposizioni per incentivare la concorrenza e la trasparenza. *Tra queste, si ipotizzano la presentazione di schermate di scelta per gli utenti, facilitando la selezione tra diversi motori di ricerca; l’adozione di criteri di posizionamento imparziali per le imprese incluse nei risultati di ricerca; e un incremento della trasparenza e del controllo per gli editori i cui contenuti figurano tra i risultati. In aggiunta, la CMA auspica che Google semplifichi la portabilità dei propri dati, favorendo così l’ingresso sul mercato di nuove realtà imprenditoriali con prodotti innovativi. L’organismo di regolamentazione britannico ha inoltre reso noto di prevedere interventi successivi, a partire dal 2026, per affrontare problematiche più complesse, quali la gestione riservata da Google ai motori di ricerca specializzati concorrenti e la gestione della trasparenza e del controllo nella pubblicità correlata alla ricerca.

Le implicazioni per Google
L’esito della valutazione della CMA potrebbe avere conseguenze notevoli per Google. L’attribuzione dello status SMS non costituirebbe una constatazione di comportamento anticoncorrenziale da parte di Google, ma aprirebbe la strada all’implementazione di misure volte a regolamentare il funzionamento dei suoi servizi di ricerca nel Regno Unito. Questo potrebbe limitare la capacità di Google di generare ricavi dai propri servizi e di competere con altre imprese nel settore digitale. Google ha manifestato preoccupazione per l’ampiezza delle questioni considerate dalla CMA, ritenendole troppo vaste e poco precise. L’azienda ha dichiarato di non condividere la posizione della CMA e di essere pronta a fornire la propria replica. È fondamentale ricordare che Google è già soggetta a una sanzione senza precedenti di 4,1 miliardi di euro inflitta dall’Unione europea per infrazioni antitrust, mentre un giudice negli Stati Uniti sta valutando l’ipotesi di smembrare l’azienda, includendo anche l’obbligo di cedere il browser Chrome.
Verso un futuro più equo e trasparente?
L’indagine della CMA rappresenta un tentativo di riequilibrare il potere dei colossi tecnologici e di promuovere un mercato digitale più equo e trasparente. La decisione finale, attesa per ottobre, potrebbe segnare un punto di svolta nel modo in cui Google opera nel Regno Unito e, potenzialmente, in altri mercati. Resta da vedere se le misure proposte dalla CMA saranno efficaci nel raggiungere questi obiettivi, ma è chiaro che il Regno Unito è determinato a garantire che i benefici del digitale siano condivisi da tutti, e non solo da poche grandi aziende.
Riflessioni conclusive: SEO e il futuro della ricerca
La vicenda tra il Regno Unito e Google solleva interrogativi cruciali sul futuro della SEO e della ricerca online. La SEO, per sua natura, è un’attività che mira a influenzare il ranking dei risultati di ricerca. Se le regole del gioco cambiano, anche le strategie SEO devono adattarsi.
Una nozione base di SEO, in questo contesto, è l’importanza di diversificare le proprie fonti di traffico. Affidarsi esclusivamente a Google per la visibilità online è rischioso, soprattutto in un contesto normativo in evoluzione.
Una nozione di SEO avanzata è l’importanza di costruire un brand forte e riconoscibile. Un brand forte può attrarre traffico diretto e referral, riducendo la dipendenza dai motori di ricerca.*
La riflessione che ne consegue è che il futuro della SEO non è solo ottimizzare per i motori di ricerca, ma anche creare valore per gli utenti. Un contenuto di qualità, un’esperienza utente eccellente e un brand forte sono gli ingredienti chiave per il successo a lungo termine, indipendentemente dalle decisioni delle autorità antitrust. La capacità di adattarsi e di innovare sarà fondamentale per navigare in un panorama digitale in continua evoluzione.