- Il Knowledge Graph, nato nel 2012, cambia la SEO.
- Ottimizzare per entità, non solo per parole chiave.
- Google comprende il contesto dietro le parole chiave.
- Usa markup di schema per il contesto del contenuto.
- Monitora i risultati con Google Analytics e Search Console.
Un cambiamento epocale per la seo
Il panorama della SEO è in continua evoluzione, e uno dei cambiamenti più significativi degli ultimi anni è l’ascesa del Knowledge Graph di Google. Questo strumento, una vasta rete di informazioni su persone, luoghi, cose e concetti, sta ridefinendo il modo in cui il motore di ricerca comprende e classifica i contenuti. Non si tratta più soltanto di parole chiave, ma di contesto, relazioni e significato. Il Knowledge Graph ha compiuto più di dieci anni, trasformandosi da un semplice database a un sofisticato sistema di comprensione del mondo reale.
Il Knowledge Graph, introdotto nel 2012, rappresenta una svolta cruciale nell’evoluzione dei motori di ricerca. Invece di limitarsi a indicizzare le pagine web in base alla frequenza delle parole chiave, Google ha iniziato a costruire una rappresentazione strutturata della conoscenza. Questo gli permette di comprendere le relazioni tra le entità, disambiguare i significati e fornire risposte più precise e pertinenti agli utenti. Ad esempio, quando un utente cerca “Leonardo da Vinci“, Google non si limita a mostrare pagine web che contengono queste parole, ma fornisce informazioni sul suo ruolo di artista, scienziato, inventore e sulle sue opere più famose, il tutto grazie alla conoscenza strutturata nel Knowledge Graph.
Questo cambiamento ha un impatto profondo sulla SEO. Le parole chiave restano importanti, ma non sono più sufficienti. I professionisti del settore devono ora concentrarsi sull’ottimizzazione per le entità, ovvero sulla creazione di contenuti che definiscano chiaramente le entità rilevanti per il proprio business e le loro relazioni con il mondo circostante. Questo significa utilizzare un linguaggio preciso, fornire informazioni contestuali e sfruttare i dati strutturati per aiutare Google a comprendere il significato dei contenuti.
Un esempio pratico può chiarire meglio questo concetto. Immaginiamo un ristorante italiano a Roma. Invece di limitarsi a ottimizzare il sito web per parole chiave come “ristorante italiano Roma“, il proprietario dovrebbe concentrarsi sulla definizione delle entità chiave: il nome del ristorante, il tipo di cucina offerta (es. cucina romana tradizionale), la posizione geografica precisa (es. Trastevere), i piatti tipici (es. cacio e pepe) e le recensioni degli utenti. Fornendo a Google queste informazioni in modo strutturato, il ristorante avrà maggiori possibilità di comparire nei risultati di ricerca pertinenti e di attrarre clienti interessati alla sua offerta specifica.
La sfida per i professionisti della SEO è quindi quella di adattarsi a questo nuovo paradigma, sviluppando competenze nella ricerca di entità, nella creazione di contenuti contestuali e nell’utilizzo dei dati strutturati. Questo richiede un approccio più strategico e una comprensione più approfondita del funzionamento del Knowledge Graph e degli algoritmi di Google.
Il Knowledge Graph non è statico, ma in continua evoluzione. Google aggiunge costantemente nuove entità e relazioni, affinando la sua comprensione del mondo reale. Per questo motivo, è fondamentale per i professionisti della SEO rimanere aggiornati sulle ultime tendenze e adattare le proprie strategie di conseguenza. Questo significa monitorare le evoluzioni dell’algoritmo di Google, sperimentare nuove tecniche di ottimizzazione e analizzare i risultati per comprendere cosa funziona e cosa no. Solo in questo modo sarà possibile sfruttare appieno il potenziale del Knowledge Graph e ottenere un vantaggio competitivo nel mondo della ricerca online.
La SEO moderna è quindi sempre più una questione di semantica e di contesto. Le parole chiave restano importanti, ma non sono più sufficienti. I professionisti del settore devono ora concentrarsi sulla comprensione del significato dei contenuti e sulla definizione delle entità rilevanti per il proprio business. Solo in questo modo sarà possibile creare contenuti che soddisfino l’intento dell’utente e che vengano premiati da Google con un posizionamento elevato nei risultati di ricerca. Il Knowledge Graph rappresenta una sfida, ma anche un’opportunità per i professionisti della SEO che sapranno adattarsi a questo nuovo paradigma.
Entità vs. Parole chiave: un cambio di paradigma nella seo
Per lungo tempo, la SEO si è concentrata principalmente sull’ottimizzazione per parole chiave. I professionisti del settore cercavano di identificare le parole chiave più rilevanti per il proprio business e di utilizzarle strategicamente all’interno dei contenuti per intercettare le ricerche degli utenti. Questo approccio, pur avendo avuto successo in passato, sta diventando sempre meno efficace nell’era del Knowledge Graph. Google, infatti, è in grado di comprendere il significato e il contesto dietro le parole chiave, e di valutare la pertinenza dei contenuti in base alla loro capacità di soddisfare l’intento dell’utente.
Il passaggio dalle parole chiave alle entità rappresenta un cambio di paradigma fondamentale nella SEO. Invece di concentrarsi sull’utilizzo di termini specifici, i professionisti del settore devono ora concentrarsi sulla definizione delle entità rilevanti per il proprio business e sulla creazione di contenuti che esplorino le loro relazioni in modo approfondito. Questo significa utilizzare un linguaggio preciso, fornire informazioni contestuali e sfruttare i dati strutturati per aiutare Google a comprendere il significato dei contenuti.
Le entità possono essere persone, luoghi, cose, concetti o qualsiasi altra cosa che possa essere identificata e descritta in modo univoco. Ad esempio, nel caso di un’azienda che vende scarpe online, le entità rilevanti potrebbero essere il tipo di scarpe (es. scarpe da running, scarpe da trekking, scarpe eleganti), il marchio delle scarpe (es. Nike, Adidas, Puma), i materiali utilizzati (es. pelle, tessuto, gomma) e le caratteristiche specifiche delle scarpe (es. impermeabili, traspiranti, ammortizzate).
Comprendere le differenze tra parola chiave ed entità implica un cambio di mentalità strategico. Non si tratta più di “cosa cercano gli utenti?” ma di “cosa rappresentiamo e come lo colleghiamo al mondo?“. Il contesto assume un ruolo cruciale. La stessa entità può avere significati diversi a seconda del contesto in cui viene utilizzata. Ad esempio, “Apple” può riferirsi a un frutto, a un’azienda tecnologica o a una città. Google è in grado di disambiguare questi significati grazie al Knowledge Graph, che contiene informazioni sulle relazioni tra le entità e sul contesto in cui vengono utilizzate.
L’entity-based SEO mira a sfruttare questa capacità di Google per migliorare il posizionamento dei contenuti nei risultati di ricerca. Questo significa creare contenuti che definiscano chiaramente le entità rilevanti per il proprio business e le loro relazioni con il mondo circostante. Ad esempio, un articolo che descrive le caratteristiche di un nuovo modello di scarpe da running dovrebbe non solo utilizzare parole chiave come “scarpe da running“, ma anche definire le entità rilevanti, come il marchio delle scarpe, i materiali utilizzati, le tecnologie impiegate e i benefici specifici per il corridore. Questo aiuterà Google a comprendere meglio il contenuto e a posizionarlo più in alto nei risultati di ricerca per query pertinenti.
Questo approccio richiede una maggiore attenzione alla qualità e alla completezza dei contenuti. I professionisti della SEO devono sforzarsi di creare contenuti che siano informativi, pertinenti e utili per gli utenti. Questo significa fornire informazioni accurate, utilizzare un linguaggio preciso e citare fonti autorevoli. Inoltre, è importante ottimizzare i contenuti per la leggibilità, utilizzando titoli, sottotitoli, immagini e video per rendere più facile la comprensione delle informazioni.
La transizione dalle parole chiave alle entità rappresenta una sfida per i professionisti della SEO, ma anche un’opportunità. Coloro che sapranno adattarsi a questo nuovo paradigma e sviluppare competenze nell’ottimizzazione per le entità avranno un vantaggio competitivo significativo nel mondo della ricerca online.
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Strategie pratiche per l’ottimizzazione entity-based

L’ottimizzazione entity-based richiede un approccio strategico e una comprensione approfondita del funzionamento del Knowledge Graph e degli algoritmi di Google. Ecco alcune strategie pratiche che i professionisti della SEO possono implementare per sfruttare appieno il potenziale di questo nuovo paradigma:
- Ricerca di entità: Il primo passo consiste nell’identificare le entità rilevanti per il proprio business. Questo può essere fatto utilizzando strumenti come Google Trends, Wikipedia e Wikidata. Google Trends può essere utilizzato per identificare le tendenze di ricerca relative al proprio settore, mentre Wikipedia e Wikidata possono fornire informazioni sulle entità e sulle loro relazioni. Ad esempio, se si gestisce un’azienda che vende prodotti biologici, si possono utilizzare questi strumenti per identificare le entità rilevanti, come i diversi tipi di prodotti biologici, i marchi più conosciuti e le certificazioni più importanti.
- Creazione di contenuti contestuali: Una volta identificate le entità rilevanti, è necessario creare contenuti che esplorino le loro relazioni in modo approfondito. Questo significa fornire informazioni accurate, utilizzare un linguaggio preciso e citare fonti autorevoli. Ad esempio, se si scrive un articolo sui benefici di un determinato prodotto biologico, si dovrebbe non solo descrivere le sue proprietà, ma anche spiegare come viene coltivato, quali sono le certificazioni che garantiscono la sua qualità e quali sono i suoi benefici per la salute.
- Markup di schema: I markup di schema sono un modo per aiutare Google a comprendere il significato e il contesto del contenuto. Utilizzando i markup di schema, è possibile specificare i tipi di entità presenti nella pagina, le loro proprietà e le loro relazioni con altre entità. Questo aiuta Google a interpretare meglio il contenuto e a posizionarlo più in alto nei risultati di ricerca per query pertinenti. Esistono diversi tipi di markup di schema che possono essere utilizzati, a seconda del tipo di contenuto presente nella pagina. Ad esempio, si possono utilizzare i markup di schema per specificare il tipo di prodotto, il prezzo, la disponibilità e le recensioni degli utenti.
- Link building semantico: Il link building semantico consiste nel creare link interni ed esterni che rafforzino le relazioni tra le entità all’interno del proprio sito web e con altre risorse online autorevoli. Questo aiuta Google a comprendere meglio il contesto del contenuto e a valutarne la pertinenza. Ad esempio, si possono creare link interni tra le diverse pagine del proprio sito web che trattano argomenti correlati, e si possono creare link esterni verso siti web autorevoli che forniscono informazioni aggiuntive sulle entità rilevanti.
- Monitoraggio dei risultati: È fondamentale monitorare i risultati delle proprie strategie di ottimizzazione entity-based per comprendere cosa funziona e cosa no. Questo può essere fatto utilizzando strumenti come Google Analytics e Google Search Console. Google Analytics può essere utilizzato per monitorare il traffico organico al proprio sito web, mentre Google Search Console può fornire informazioni sulle query di ricerca che portano traffico al proprio sito web e sulle impressioni e sui clic ricevuti dai propri contenuti nei risultati di ricerca.
L’implementazione di queste strategie richiede un impegno costante e una volontà di sperimentare e adattarsi alle evoluzioni dell’algoritmo di Google. Tuttavia, i risultati possono essere significativi in termini di miglioramento del posizionamento nei risultati di ricerca, aumento del traffico organico e miglioramento della visibilità online.
Un esempio concreto di come queste strategie possono essere implementate è il caso di un’azienda che vende corsi online. L’azienda può iniziare identificando le entità rilevanti, come i diversi tipi di corsi offerti, i docenti che li tengono, le piattaforme utilizzate per erogare i corsi e le certificazioni rilasciate al termine dei corsi. Successivamente, l’azienda può creare contenuti che esplorino le relazioni tra queste entità, descrivendo in dettaglio i contenuti dei corsi, le competenze acquisite al termine dei corsi, le caratteristiche dei docenti e le modalità di erogazione dei corsi. Infine, l’azienda può utilizzare i markup di schema per specificare i tipi di corsi, i prezzi, le date di inizio e fine e le recensioni degli studenti. Implementando queste strategie, l’azienda può migliorare il posizionamento dei propri corsi nei risultati di ricerca per query pertinenti e attrarre un maggior numero di studenti interessati alla propria offerta formativa.
In definitiva, l’ottimizzazione entity-based rappresenta un approccio più sofisticato e completo alla SEO rispetto all’ottimizzazione tradizionale per parole chiave. Richiede una maggiore attenzione alla qualità e alla completezza dei contenuti, ma offre anche maggiori opportunità di migliorare il posizionamento nei risultati di ricerca, aumentare il traffico organico e migliorare la visibilità online.
Verso una seo più intelligente e contestuale
La rivoluzione del Knowledge Graph sta portando a una SEO più intelligente e contestuale, in cui la comprensione del significato e delle relazioni tra le entità è fondamentale per il successo. I professionisti del settore devono quindi adattarsi a questo nuovo paradigma e sviluppare competenze nell’ottimizzazione per le entità, nella creazione di contenuti contestuali e nell’utilizzo dei dati strutturati.
Questo cambiamento rappresenta una sfida, ma anche un’opportunità. Coloro che sapranno cogliere le potenzialità del Knowledge Graph e implementare strategie di ottimizzazione entity-based avranno un vantaggio competitivo significativo nel mondo della ricerca online. Il futuro della SEO è quindi semantico, contestuale e incentrato sulle entità.
Le aziende che hanno compreso l’importanza dell’entity-based SEO stanno già ottenendo risultati significativi in termini di miglioramento del posizionamento nei risultati di ricerca, aumento del traffico organico e miglioramento della visibilità online. Questi risultati dimostrano che l’ottimizzazione per le entità è una strategia efficace per raggiungere un pubblico più ampio e qualificato.
Tuttavia, è importante sottolineare che l’entity-based SEO non è una soluzione magica. Richiede un impegno costante, una volontà di sperimentare e adattarsi alle evoluzioni dell’algoritmo di Google e una profonda conoscenza del proprio settore di riferimento. Inoltre, è fondamentale creare contenuti di alta qualità che siano informativi, pertinenti e utili per gli utenti. Solo in questo modo sarà possibile ottenere risultati duraturi e costruire una solida presenza online.
Nel panorama attuale della SEO, dominato da algoritmi sempre più sofisticati e dalla centralità dell’esperienza utente, comprendere il valore del Knowledge Graph e dell’ottimizzazione basata sulle entità è cruciale. Come abbiamo visto, non si tratta più di inseguire semplici parole chiave, ma di costruire una solida rete di relazioni semantiche che permettano a Google di comprendere appieno il significato e il contesto dei nostri contenuti.
Un consiglio SEO di base, ma sempre valido, è quello di curare la struttura del tuo sito web, rendendola chiara e facilmente navigabile sia per gli utenti che per i motori di ricerca. Questo significa creare una gerarchia logica delle pagine, utilizzare un menu di navigazione intuitivo e ottimizzare i link interni per facilitare la scoperta dei contenuti.
Ma se vogliamo spingerci oltre, una tecnica SEO avanzata che possiamo applicare al tema dell’articolo è l’implementazione di uno schema markup dettagliato e specifico per le nostre entità principali. Questo non solo aiuterà Google a comprendere meglio il contenuto delle nostre pagine, ma ci permetterà anche di sfruttare al massimo le funzionalità del Knowledge Graph, aumentando la nostra visibilità nei risultati di ricerca e attirando un traffico più qualificato.
Riflettiamoci: in un mondo sempre più connesso e interdipendente, la capacità di creare relazioni significative è fondamentale per il successo. E nella SEO, come nella vita, questa capacità si traduce nella creazione di contenuti che siano non solo rilevanti, ma anche capaci di connettersi con gli utenti a un livello più profondo, offrendo loro un’esperienza di ricerca davvero soddisfacente.








