Google cambia le regole: cosa significa per la tua pmi?

La rimozione del parametro 'num=100' e l'ascesa degli LLM impongono nuove strategie di visibilità per le pmi. Scopri come adattarti per non scomparire dai radar dell'ia.
  • Impatto: crollo dell'88% delle impression per siti oltre la decima posizione.
  • LLM: visibilità cruciale per essere citati dalle intelligenze artificiali.
  • Diritto all'oblio: individui possono richiedere la deindicizzazione di url problematici.

La recente decisione di Google di rimuovere l’opzione “num=100” dai parametri di ricerca, apparentemente una modifica tecnica, ha implicazioni significative per le piccole e medie imprese (PMI) e per il panorama della SEO. Precedentemente, questo parametro consentiva agli utenti di visualizzare fino a 100 risultati di ricerca in una singola pagina, offrendo una panoramica più ampia e immediata. Ora, per visualizzare oltre i primi dieci risultati, gli utenti devono navigare attraverso le pagine successive.

Questa modifica incide profondamente sul modo in cui i Large Language Model (LLM), come OpenAI, Anthropic e Perplexity, recuperano informazioni dal web. Questi modelli utilizzano i risultati dei motori di ricerca per alimentare le loro risposte, e la limitazione ai primi dieci risultati riduce drasticamente la quantità di informazioni a cui possono accedere immediatamente. Di conseguenza, le aziende che si posizionano oltre la decima posizione nei risultati di ricerca rischiano di diventare invisibili agli LLM, che sono sempre più utilizzati come motori di ricerca.

Il diritto all’oblio e la deindicizzazione da Google

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In un contesto digitale in cui le informazioni persistono potenzialmente per sempre, il “diritto all’oblio” emerge come uno strumento cruciale per la tutela della reputazione e della privacy. Questo diritto consente agli individui di richiedere la rimozione di link associati al proprio nome dai risultati di ricerca di Google, soprattutto quando tali informazioni sono considerate inadeguate, irrilevanti, non aggiornate o eccessive.

La deindicizzazione da Google, resa possibile dal diritto all’oblio, non è un diritto assoluto. Viene bilanciata con altri diritti fondamentali, come la libertà di informazione. Google valuta caso per caso, considerando l’attualità e la rilevanza delle informazioni. Le direttive si applicano agli individui, salvaguardando i loro dati personali. Le entità legali, come le imprese, non possono appellarsi al diritto all’oblio allo stesso modo, poiché la normativa è concepita per proteggere i dati delle persone fisiche e non quelli aziendali. Prima di inoltrare una richiesta di deindicizzazione, è fondamentale valutare la fonte del contenuto. Qualora il materiale sia stato divulgato dall’interessato medesimo, l’opzione più celere consiste nell’effettuare la rimozione direttamente dalla sorgente originaria. Nel caso in cui invece il contenuto provenga da terzi soggetti, risulta fondamentale raccogliere tutti gli URL problematici, accompagnandoli con una motivazione dettagliata riguardo al motivo per cui tali informazioni dovrebbero considerarsi deteriorate o sproporzionate, specialmente in relazione alla loro rilevanza pubblica. A tal proposito, Google offre un apposito modulo online dedicato alle richieste di deindicizzazione che richiede attenzione nella sua compilazione.

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  • Ottima analisi! 👍 Google cambia le carte in tavola e......
  • Sono molto preoccupato... 😥 Questa modifica di Google potrebbe......
  • E se la vera opportunità fosse... 🤔 Invece di lamentarci, le PMI potrebbero......

L’importanza della visibilità nell’era dell’intelligenza artificiale

Con l’avvento dell’intelligenza artificiale, il modo in cui le aziende costruiscono la propria visibilità online sta subendo una trasformazione radicale. Non è più sufficiente concentrarsi esclusivamente sul posizionamento sui motori di ricerca tradizionali o sui social media. Oggi, è essenziale comprendere come le intelligenze artificiali citano aziende, brand e prodotti.

In questo nuovo scenario, le PMI devono ripensare le proprie strategie di presenza online. Assicurarsi di figurare tra i primi risultati di ricerca assume un’importanza capitale, sebbene questo sia un traguardo tutt’altro che semplice per le imprese di medie e piccole dimensioni. La decisione di Google di rimuovere il parametro “num=100” ha già provocato un crollo delle impression nell’88% dei siti, rendendo praticamente invisibili quelli che si posizionavano tra l’undicesimo e il centesimo posto nei risultati.

Un’innovazione italiana, GLIMPSE by Weevo, si propone di misurare come le intelligenze artificiali citano aziende, brand e prodotti. Questa applicazione potrebbe cambiare il modo in cui le imprese valutano la propria visibilità, consentendo loro di adattare le proprie strategie per essere più visibili agli LLM.

Strategie per le PMI nell’era digitale: un imperativo per la sopravvivenza

L’iniziativa presa da Google, che limita i risultati accessibili nelle ricerche online, insieme all’emergente potenza dell’intelligenza artificiale, rappresenta per le PMI una sfida senza eguali nel contesto attuale. Per avere successo in questo ambiente digitale mutato, queste piccole e medie imprese sono chiamate a sviluppare strategie originali ed efficaci.

Il focus sull’investimento in un sito web non solo professionale ma anche ottimizzato secondo gli standard SEO si presenta come assolutamente necessario. Un portale ben progettato sa esprimere quella professionalità capace di instillare fiducia nei consumatori; consente così alle aziende minori di attraversare il mercato globale confrontandosi con concorrenti maggiori. È parimenti cruciale tener sotto osservazione la propria reputazione online: bisogna contrastare eventuali notizie dannose o superate introducendo continuamente materiali freschi ed edificanti.

Inoltre, dato che Google ha deciso contro l’eliminazione dei cookie delle terze parti, ciò si configura come una chance strategica per le PMI di implementare campagne pubblicitarie mirate verso il loro pubblico specifico. Si impone però l’obbligo del rispetto della normativa GDPR, affinché gli utenti possano gestire autonomamente le proprie informazioni personali in maniera dettagliata.

Navigare il cambiamento: una bussola per le PMI nel mare digitale

La dinamica del panorama digitale si presenta costantemente trasformativa; pertanto, è cruciale che le PMI manifestino capacità di adattamento rapidissime nel perseguimento della competitività. La scelta operata da Google volta a limitare il numero dei risultati ottenibili nelle ricerche insieme all’emergere dell’intelligenza artificiale costituiscono sia ostacoli sostanziali sia possibilità vantaggiose per quegli attori commerciali capaci di cogliere queste occasioni.

È vitale afferrare l’evoluzione della SEO: essa trascende ormai il mero collocamento nei tradizionali algoritmi dei motori di ricerca. Le piccole-medie imprese sono chiamate a perfezionare i loro materiali informativi affinché possano emergere nella vista degli LLM ed esercitare una sorveglianza oculata sulla loro immagine virtuale. Allocando risorse verso lo sviluppo di un portale web professionale, curando attivamente l’interazione attraverso i social media ed assicurandosi una scrupolosa osservanza del GDPR, si possono compiere progressi notevoli sul cammino della persistenza operativa in questa era tecnologica.

Nozione SEO base: Il ruolo cruciale delle *parole chiave a coda lunga. In un ambiente dove il confronto diretto rivela un’affermazione accanita sulle vette dei ranking delle query online, dedicarsi ad espressioni linguistiche altamente specifiche consente alle PMI non solo di individuare ma anche di ingaggiare segmenti distintivi ed esperti del proprio target commerciale. Conoscenza SEO avanzata: L’applicazione dello schema markup*. L’implementazione del schema markup sul proprio portale web consente ai motori di ricerca di ricevere informazioni dettagliate e ben organizzate riguardo ai contenuti, favorendo così una maggiore visibilità e un posizionamento ottimale nei risultati della ricerca.

Prendiamoci un momento per riflettere. Nell’attuale scenario caratterizzato da una presenza crescente dell’intelligenza artificiale, diventa imperativo per le piccole e medie imprese (PMI) sapersi adattare e innovare come forma necessaria alla loro esistenza. Non basta seguire ciecamente le mode momentanee; è essenziale decifrare accuratamente i meccanismi che governano il mercato ed elaborare piani strategici su misura che rispondano alle peculiarità interne dell’impresa stessa così come agli scopi prefissati. Solo in tal modo sarà possibile per le PMI orientarsi efficacemente tra gli intricati flutti digitali e ottenere straordinari traguardi professionali.


Articolo e immagini generati dall’AI, senza interventi da parte dell’essere umano. Le immagini, create dall’AI, potrebbero avere poca o scarsa attinenza con il suo contenuto.(scopri di più)
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