- L'AI Mode di Google arriverà entro fine 2025.
- Il 40% del traffico dei news site arriva da Google.
- Prevista perdita traffico editori tra 20% e 40%.
- Nel 60% dei casi risposte chatbot AI sono errate.
- Entro il 2026, il 25% del traffico andrà perso per l'AI.
L’avvento dell’AI Mode di Google sta per riscrivere le regole del gioco nel mondo della ricerca online. Previsto per un rilascio globale entro la fine del 2025, questo nuovo approccio, alimentato dai modelli Gemini, promette di trasformare radicalmente l’esperienza utente, ma solleva anche interrogativi cruciali sul futuro dei siti web e dell’informazione digitale.
## La Rivoluzione dell’AI Mode
L’AI Mode si distingue nettamente dalla tradizionale pagina di ricerca. A differenza di un semplice elenco di collegamenti, propone una risposta creata dall’intelligenza artificiale, elaborata in tempo reale utilizzando i dati disponibili online. Google ha espresso l’intenzione di fornire un ausilio intelligente che vada oltre il mero raggiungimento dei siti web.
Questa modalità si distingue dalle AI Overview, già operative in Italia da marzo, le quali si limitano a fornire brevi riassunti in linguaggio naturale posizionati all’inizio dei risultati standard. Al contrario, l’AI Mode è concepita per offrire ragionamenti complessi, confronti approfonditi, analisi dettagliate e risposte che integrano diversi formati. L’interazione diventa conversazionale: gli utenti possono porre domande complesse e ricevere risposte articolate, con la possibilità di richiedere chiarimenti e approfondimenti successivi.

## Impatto sui Siti di News e sul Traffico Web
L’introduzione dell’AI Mode rappresenta una sfida significativa per i siti di news. Il consueto sistema di acquisizione di visitatori attraverso i motori di ricerca potrebbe subire un contraccolpo, dato che le risposte fornite direttamente da Google riducono la necessità di cliccare su link esterni. Dati recenti indicano un calo di traffico per piattaforme come Wikipedia, YouTube e Reddit, mentre ChatGPT ha visto un aumento significativo delle visite.
Secondo il Wall Street Journal, il 40% dei visitatori dei principali portali di notizie arriva dalle ricerche su Google. L’AI Mode rischia di causare una perdita tra il 20% e il 40% del traffico per molti editori. Alcune proiezioni indicano che entro il 2026, il 25% del flusso di utenti proveniente dai motori di ricerca andrà perso a causa dell’implementazione delle ricerche basate su AI.
Per attenuare le conseguenze economiche, alcuni importanti gruppi editoriali hanno stretto accordi con aziende che sviluppano modelli linguistici, ottenendo ingenti finanziamenti. Tuttavia, la minaccia più grande incombe sulle piccole pubblicazioni e sui progetti editoriali autonomi, spesso esclusi da tali intese e pesantemente dipendenti dal traffico non a pagamento.
## Citazioni e Affidabilità delle Fonti
Un aspetto critico riguarda la capacità delle AI di riconoscere e citare correttamente gli articoli giornalistici. Un’analisi del Columbia Journalism Review (CJR) ha rivelato che, nel 60% dei casi, le risposte dei chatbot AI sono sbagliate o mancano di indicazioni sulle fonti. Il tasso di errore varia significativamente tra i diversi modelli, con alcuni che generano un numero elevato di URL inventati o errati.
Inoltre, i chatbot sovente non rispettano i protocolli robots.txt, ignorando le direttive stabilite dai siti per impedire la scansione dei loro contenuti. Il CJR sottolinea anche l’instabilità delle risposte dei chatbot, che possono variare anche ponendo la stessa domanda con lo stesso prompt.
## Quale Futuro per l’Informazione Digitale?
L’AI Mode di Google rappresenta un’evoluzione inevitabile nel panorama della ricerca online. La sua capacità di fornire risposte complete e conversazionali potrebbe semplificare notevolmente l’accesso alle informazioni per gli utenti. Tuttavia, è fondamentale considerare l’impatto potenziale sui siti web, in particolare quelli di news, e garantire che l’innovazione tecnologica non comprometta la sostenibilità dell’informazione digitale.
È necessario trovare un equilibrio tra l’offerta di risposte immediate e la promozione dell’accesso alle fonti originali, in modo da preservare la diversità e l’affidabilità dell’informazione online. La sfida per Google sarà quella di integrare l’AI Mode in modo responsabile, tenendo conto delle esigenze di tutti gli attori coinvolti nell’ecosistema digitale.
## SEO: Navigare le Acque dell’AI Mode
L’avvento dell’AI Mode impone una riflessione profonda sulle strategie SEO. Se da un lato la SEO tradizionale, basata sull’ottimizzazione per parole chiave, potrebbe perdere rilevanza, dall’altro si aprono nuove opportunità per emergere nelle risposte generate dall’AI.
Una strategia SEO avanzata potrebbe concentrarsi sulla creazione di contenuti di alta qualità, ben strutturati e ricchi di dati, come schema markup e FAQ dettagliate. Inoltre, è fondamentale puntare su contenuti conversazionali, che rispondano alle domande degli utenti in modo naturale e completo.
Un’altra tattica consiste nel monitorare attentamente le risposte generate dall’AI Mode per identificare le fonti citate e analizzare le strategie di successo dei siti web che compaiono in queste risposte. Questo permette di adattare i propri contenuti e di aumentare le probabilità di essere inclusi nelle risposte AI.
Infine, è importante diversificare le fonti di traffico, investendo in strategie di marketing alternative, come i social media, l’email marketing e la creazione di community fidelizzate. Questo riduce la dipendenza dal traffico organico da Google e aumenta la resilienza del proprio sito web.
L’AI Mode rappresenta una sfida e un’opportunità per il mondo del SEO. Adattarsi a questo nuovo paradigma richiede una visione strategica, una profonda conoscenza delle dinamiche dell’AI e una costante attenzione all’evoluzione del panorama digitale.