- Calo del 10% medio del traffico organico verso i siti web nel 2025.
- Il tasso di clic sui link è sceso dal 15% all'8%.
- Solo l'1% degli utenti clicca sui link negli AI Overview.
- Le pagine SERP con AIO sono raddoppiate, dal 6.49% al 13.14%.
- Il tasso di 'zero-click searches' è diminuito dal 38.1% al 36.2%.
Una trasformazione radicale
L’introduzione degli AI Overview da parte di Google ha segnato una svolta significativa nel modo in cui gli utenti interagiscono con la ricerca online. Questi riassunti generati dall’intelligenza artificiale, posizionati in cima ai risultati di ricerca, offrono risposte immediate e sintetiche, ma a quale costo per i siti web che forniscono le informazioni originali?
Diversi studi e analisi di settore indicano un calo considerevole del traffico organico verso i siti web, con una diminuzione media del 10% nei primi mesi del 2025. Alcuni editori hanno addirittura registrato un calo del 25%. Questo fenomeno è attribuito principalmente alla funzione AI Overview di Google, che ha ridotto drasticamente il tasso di clic sui link, passando dal 15% all’8%. Solo l’1% degli utenti clicca sui link presenti all’interno del riepilogo AI.
Testate importanti come il New York Times hanno visto la loro quota di traffico da ricerca organica diminuire dal 44% al 36,5% tra il 2022 e l’aprile 2025. Organizzazioni editoriali diverse, come il Washington Post e Business Insider, riportano riduzioni del traffico proveniente dai motori di ricerca intorno al 50%. Tale diminuzione è ampiamente dovuta al fenomeno della “ricerca a zero clic”, in cui gli utenti ottengono risposte direttamente sulla pagina dei risultati di ricerca senza la necessità di visitare altri siti, erodendo così i guadagni derivanti dalla pubblicità e dalle visite. Dal canto suo, Google asserisce che gli AI Overview incrementano il volume complessivo di traffico sulla propria piattaforma e promuovono la scoperta di nuovi contenuti, sebbene i benefici non si traducano integralmente per gli editori.
Analisi approfondita dei dati e delle tendenze
Un’analisi del Pew Research Center ha confermato le preoccupazioni degli editori, evidenziando che nelle pagine di ricerca senza AI Overview, il tasso di clic verso link esterni è del 15%. Quando è presente un AI Overview, questa percentuale si dimezza, scendendo all’8%. La presenza degli AI Overview è più evidente nelle interrogazioni complesse, specialmente quando la ricerca è formulata come domanda o in modo discorsivo. Il rapporto evidenzia che il 60% delle domande e il 36% delle ricerche espresse sotto forma di frase vengono risolte direttamente dall’intelligenza artificiale di Google, riducendo ulteriormente la probabilità che l’utente si rechi alle fonti originali. Inoltre, circa il 26% delle sessioni di navigazione si conclude dopo la visualizzazione di un AI Overview, rispetto al 16% registrato nelle ricerche prive di AI generativa.
Contrariamente a quanto sostenuto da Google, i dati di Pew rivelano che solo l’1% degli utenti clicca sui link integrati negli AI Overview. Le fonti maggiormente rappresentate in questi riassunti sono Wikipedia, YouTube (di proprietà di Google) e Reddit, che costituiscono il 15% di tutti i riferimenti presenti nelle risposte AI.
Un altro aspetto preoccupante è che la visualizzazione di un AI Overview aumenta la probabilità che l’utente abbandoni la sessione di navigazione. Questo cambiamento radicale nella fruizione del web solleva interrogativi sulla qualità delle informazioni fornite dall’AI, che può essere soggetta a “hallucinations”, ovvero errori e falsità presentati come dati di fatto. Non sono rari i casi in cui Google AI ha riportato informazioni errate o addirittura surreali, citando fonti non autorevoli.
Le AI Overview si stanno diffondendo rapidamente, soprattutto nei settori dell’intrattenimento, dei viaggi e della ristorazione. Nonostante le rimostranze degli editori, Google continua a investire nell’esperienza alimentata dall’IA, poiché i dati finanziari mostrano profitti ai massimi storici per l’azienda.
<img src="Crea un'immagine minimalista che rappresenti visivamente l'impatto degli AI Overviews di Google sul traffico web. L'immagine deve includere tre entità principali: 1. Un computer desktop: Visualizzato in stile icona, che rappresenta la ricerca online tradizionale. Lo schermo del computer dovrebbe essere spento o oscurato, simboleggiando la diminuzione del traffico web.
2. Un riquadro AI Overview di Google: Rappresentato come una finestra stilizzata con icone che suggeriscono informazioni sintetiche e riassuntive. Questa finestra dovrebbe essere luminosa e ben definita, attirando l’attenzione. 3. Un grafico a barre: Stilizzato in modo molto semplice, che mostri una barra che rappresenta il traffico web tradizionale in diminuzione e una barra che rappresenta l’utilizzo degli AI Overviews in aumento.
L’immagine deve essere in stile minimalista, con pochi dettagli e senza testo. Utilizza colori neutri e contrastanti per evidenziare le diverse entità. L’obiettivo è comunicare visivamente il concetto di diminuzione del traffico web a causa dell’aumento dell’utilizzo degli AI Overviews di Google.”/>
Strategie di adattamento e Generative Engine Optimization (GEO)
Di fronte a questa nuova realtà, le strategie SEO tradizionali, focalizzate sul ranking, sono diventate obsolete. Per assicurare la propria continuità e prosperare, è indispensabile un cambio di rotta verso un approccio innovativo, denominato “Generative Engine Optimization” (GEO). Questo paradigma si fonda su tre elementi fondamentali e interconnessi: la dimostrazione costante di Esperienza, Competenza, Autorevolezza e Affidabilità (E-E-A-T); l’applicazione di ottimizzazioni tecniche avanzate per garantirne la leggibilità ai sistemi automatici; e la creazione di un forte brand proprietario per ridurre la dipendenza strategica da un canale in continua evoluzione come Google. *Questa potenzialità è concretizzata da modelli di linguaggio evoluti, come Gemini, il quale integra capacità di ragionamento complesso a più livelli, programmazione e una comprensione che spazia attraverso diverse modalità. L’obiettivo di Google non è più limitato alla semplice catalogazione del web, ma si estende alla sua piena comprensione e alla sua sintesi.
L’introduzione di questa tecnologia è stata rapida e imprevedibile. Un’analisi condotta da Semrush ha evidenziato come la percentuale di pagine dei risultati di ricerca (SERP) contenenti un AIO sia più che raddoppiata in appena tre mesi, passando dal 6.49% a gennaio 2025 al 13.14% a marzo 2025. Questa variabilità si è palesata in maniera disomogenea tra le varie industrie. Per esempio, nel periodo tra gennaio e marzo, il settore immobiliare ha registrato un aumento significativo, così come i settori dei trasporti e della ristorazione. I settori che hanno subito maggiormente gli effetti negativi sono quelli la cui offerta di valore si basa sulla fornitura di informazioni dirette, facilmente riassumibili dall’IA, come la sanità, la finanza personale, l’istruzione e la tecnologia. Al contrario, i contenuti e i settori dove l’utente manifesta un’intenzione più decisa o necessita di un’interazione diretta con il sito, come l’eCommerce, le ricerche locali e le richieste specifiche relative a un marchio, mostrano maggiore resilienza.
Il paradosso dello “zero-click” risiede nel fatto che, nonostante la logica suggerisca che gli AIO dovrebbero aumentare le “zero-click searches”, i dati mostrano che il tasso di zero-click è in realtà leggermente diminuito, passando dal 38.1% al 36.2%. Questo perché il traffico a basso intento, prevalentemente informativo, viene assorbito e soddisfatto direttamente da Google tramite l’AIO, mentre il traffico ad alto intento, quello che “sopravvive” al filtro dell’AIO, è intrinsecamente più qualificato.
Il nuovo obiettivo strategico non è più quello di essere il primo risultato di ricerca, ma di affermarsi come la risorsa autorevole prediletta dall’intelligenza artificiale per l’elaborazione delle sue risposte. Essere menzionati negli AIO, anche in assenza di un click diretto, diviene un parametro fondamentale di rilevanza e credibilità, riplasmando la SEO da una disciplina concentrata sull’acquisizione del traffico a una funzione strategica per la costruzione dell’autorevolezza agli occhi degli algoritmi.
Verso un futuro incerto: sfide e opportunità per l’editoria online
L’avvento degli AI Overview rappresenta una sfida significativa per l’editoria online, mettendo a rischio il modello economico basato sulla pubblicità e sulle visite ai siti web. La diminuzione del traffico organico e l’aumento delle “zero-click searches” sollevano interrogativi sulla sostenibilità del web aperto e diversificato.
Alcune imprese stanno proponendo soluzioni alternative, come la creazione di un sistema di pedaggi per i crawler AI, con l’obiettivo di offrire agli editori un meccanismo per monetizzare l’utilizzo dei propri dati da parte dei modelli linguistici di grandi dimensioni (LLM). Ciononostante, la discrepanza tra le affermazioni ufficiali di Google e le evidenze concrete genera legittimi interrogativi. Molti utenti, già da ora, stanno modificando le proprie abitudini di ricerca aggiungendo “-ai” alle query o alterando l’URL con parametri come “&udm=14”, per ottenere la visualizzazione degli AI Overview. Per tale motivo, alternative come DuckDuckGo o strumenti di ricerca privati stanno guadagnando una crescente popolarità. Se non si bilanciano in modo appropriato l’automazione e un equo compenso per i creatori di contenuti, si corre il pericolo che il web, concepito come uno spazio aperto, libero, vario e accessibile, sia gradualmente soppiantato da un sistema chiuso, in cui solo poche piattaforme esercitano il controllo sia sulle domande che sulle risposte. E in quel futuro, c’è molto in gioco.
Navigare la tempesta: adattamento e resilienza nell’era dell’IA
L’impatto degli AI Overview di Google sul traffico web è innegabile e rappresenta una sfida complessa per l’ecosistema digitale. Tuttavia, come spesso accade nelle fasi di transizione, le difficoltà possono trasformarsi in opportunità. La chiave per navigare questa tempesta risiede nell’adattamento, nella resilienza e nella capacità di reinventare le strategie di business.
È fondamentale che gli editori e i creatori di contenuti si concentrino sulla qualità e sull’originalità dei propri contenuti, offrendo un valore aggiunto che non possa essere facilmente replicato o sintetizzato dall’IA. Questo significa investire in giornalismo investigativo, analisi approfondite, contenuti interattivi e formati multimediali innovativi. Allo stesso tempo, è necessario esplorare nuove fonti di revenue, come abbonamenti, membership, eventi live e partnership strategiche.
Dal punto di vista SEO, è essenziale adottare un approccio olistico e integrato, che tenga conto non solo del ranking, ma anche dell’autorevolezza, della fiducia e dell’esperienza utente. Questo significa ottimizzare i contenuti per l’E-E-A-T, costruire una forte presenza sui social media, coltivare una community di follower fedeli e monitorare attentamente le metriche di engagement e conversione.
In definitiva, il futuro dell’editoria online dipenderà dalla capacità di adattarsi a un panorama in continua evoluzione, abbracciando le nuove tecnologie senza rinunciare ai valori fondamentali del giornalismo di qualità e dell’informazione indipendente.
Amici della SEO, riflettiamo un attimo. Abbiamo visto come gli AI Overview di Google stiano cambiando le carte in tavola. Una nozione base di SEO che diventa cruciale è l’ottimizzazione per intenti di ricerca specifici. Non basta più “esserci”, bisogna rispondere esattamente a ciò che l’utente cerca, offrendo un valore unico che l’AI non può replicare.
E per una nozione avanzata, pensiamo alla SEO semantica*. Non concentriamoci solo sulle parole chiave, ma sul significato dietro di esse. Creiamo contenuti che dimostrino esperienza, autorevolezza e fiducia (E-E-A-T), perché Google premierà sempre le fonti più affidabili. Riflettiamo: come possiamo rendere i nostri contenuti così unici e autorevoli da diventare la fonte preferita dall’AI stessa? La risposta a questa domanda potrebbe essere la chiave per prosperare in questa nuova era.