- La strategia di Google ha causato una diminuzione del fatturato degli editori.
- Sanzioni fino al 10% del fatturato globale per infrazioni al DMA.
- La sanzione può salire al 20% in caso di violazioni reiterate.
La Commissione Europea ha avviato un’indagine approfondita su Google, focalizzandosi sulla sua “politica sull’abuso della reputazione dei siti”. Questa mossa, annunciata il 14 novembre 2025, mira a determinare se Google stia effettivamente rispettando le normative del Digital Markets Act (DMA), in particolare per quanto riguarda l’accesso equo e non discriminatorio ai siti web degli editori all’interno dei risultati di ricerca di Google.
Le Preoccupazioni della Commissione Europea
L’organo competente ha sollevato inquietudini in merito all’approccio adottato da Google nella lotta contro lo spam e le strategie ingannevoli presenti nei risultati delle ricerche. Si teme infatti che tale metodologia possa risultare discriminatoria nei confronti dei contenuti creativi proposti dagli editori mediatici. Di particolare interesse sono le situazioni in cui i portali integrano materiali provenienti da partner commerciali, comprendenti pubblicità native o specifiche aree dedicate al commercio elettronico. La Commissione avverte che il degrado del posizionamento di questi siti potrebbe ledere la facoltà degli editori nell’intento di monetizzare efficacemente il proprio lavoro e svolgere operazioni economiche valide. Un rappresentante dell’UE ha messo in luce come tale strategia abbia già provocato una notevole diminuzione del fatturato per gli editori stessi, restringendo così le loro possibilità d’intervento per recuperare la visibilità sul web.

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Il Digital Markets Act (DMA) e le Possibili Sanzioni
Il Digital Markets Act (DMA), recentemente attuato per regolare i colossi digitali definiti gatekeeper, impone a Google l’obbligo di assicurare condizioni d’accesso appropriate: esse devono essere eque, ragionevoli e prive di qualsiasi forma discriminatoria nei confronti dei siti web editoriali. L’attività investigativa della Commissione Europea è finalizzata a verificare se sia realmente presente un rispetto delle suddette normative da parte dell’azienda californiana. Nel caso venissero identificate infrazioni alle disposizioni stabilite dal DMA, le conseguenze potrebbero rivelarsi gravose per Google: si prospetta infatti una sanzione fino al 10% del fatturato globale annuale; tale percentuale potrebbe incrementarsi addirittura al 20% in situazioni ricorrenti o reiterative nella trasgressione. Ulteriormente, sanzioni più severe, quali ordini vincolanti relativi alla cessione parziale dell’ente o divieti sull’espansione acquisitiva verso servizi affini che risultassero non conformi agli obblighi previsti dal regolamento, potrebbero altresì essere applicati dalla stessa Commissione Europea.
In questo contesto critico, Teresa Ribera, vicepresidente della predetta commissione UE, ha espresso gravi timori relativamente all’impatto potenzialmente negativo delle strategie commercialistiche messe in atto da Google su quanto concerne il trattamento dei publisher informativi: evidenziando così quanto sia essenziale evitare perdite fiscali significative per questi operatori lavoratori, dolentemente provati dal contesto economico attuale.
La Risposta di Google e le Implicazioni per il Settore Editoriale
In risposta alle accuse mosse dagli editori riguardo alla sua linea riguardante l’abuso della reputazione nei confronti dei siti web, Google rivendica con fermezza che tale strategia sia fondamentale per mantenere elevati standard qualitativi nei risultati delle ricerche e contrastare fenomeni di spam. Al contrario, i rappresentanti del mondo editoriale denunciano come queste politiche stiano provocando una diminuzione drammatica nel flusso di visitatori ai loro contenuti online e una significativa perdita nelle entrate da pubblicità; ciò comprometterebbe seriamente la possibilità di operare in modo sostenibile nel panorama informativo digitale contemporaneo. L’indagine avviata dalla Commissione Europea segna pertanto un crocevia decisivo per il settore dell’editoria alle prese con sfide consistenti: tra cui lo spostamento delle risorse pubblicitarie verso ecosistemi digitali alternativi, oltre alla crescente competizione proveniente dai social media e dall’avanzamento nell’ambito dell’intelligenza artificiale generativa. Alberto Barachini, in qualità di sottosegretario all’Editoria del governo italiano, ha espresso apprezzamento nei confronti dell’inchiesta intrapresa evidenziando quanto sia cruciale assicurarne il riconoscimento adeguato da parte delle maggiori piattaforme digitali nei riguardi del lavoro svolto dai professionisti dell’informazione.
Verso un Futuro Equo per l’Informazione Online
L’analisi condotta dalla Commissione Europea riguardante Google segna una tappa fondamentale nell’ambito della costruzione di uno spazio digitale che possa rivelarsi più giusto ed sostenibile, particolarmente nel settore dell’informazione online. Le implicazioni sono notevoli: si tratta infatti di assicurare che gli editori mediatici, attraverso il loro operato essenziale nella comunità sociale, diano accesso a informazioni corrette e qualitativamente valide senza subire sanzioni ingiuste derivanti dalle strategie operative dei gatekeeper digitali. L’esito complessivo dell’indagine potrebbe esercitare un’influenza considerevole sul panorama giornalistico europeo nei prossimi anni.
Invitiamo pertanto tutti voi a riflettere collettivamente sull’importanza vitale del tema in questione. La SEO – nota anche come Search Engine Optimization – rappresenta l’abilità nell’adattamento dei contenuti affinché risultino graditi ai motori di ricerca; tuttavia ciò non deve farci perdere d’occhio il principio fondante della buona informazione. Infatti, a dispetto delle competenze tecniche superiori presenti in una piattaforma web, sussiste la necessità imprescindibile affinché i materiali pubblicati siano caratterizzati da originalità, tutela dell’accuratezza ed attinenza al proprio pubblico. Perciò, un posizionamento efficace rimane difficile da conseguire senza queste condizioni basilari soddisfatte.
Una concezione evoluta relativa alla SEO strettamente pertinente è racchiusa nell’acronimo definito come E-E-A-T: esso comprende le dimensioni fondamentali dell’esperienza (Experience), competenza (Expertise), autorevolezza (Authoritativeness) e affidabilità (Trustworthiness). La valutazione attenta operata da Google su vari elementi è essenziale al fine di stabilire il valore intrinseco di un sito web, così come quello delle informazioni ivi presenti. È fondamentale, pertanto, che gli editori dei media si dedichino con impegno alla produzione di contenuti capaci non soltanto di evidenziare le proprie conoscenze specifiche nel campo d’operato ma anche in grado di manifestare un’indiscutibile competenza nell’approfondimento degli argomenti. Questi ultimi devono infatti rendere evidente sia l’autorevolezza come risorsa informativa, sia l’affidabilità nella presentazione d’informazioni veritiere ed accertate.
In aggiunta a ciò, va considerato che l’ottimizzazione sui motori di ricerca (SEO) trascende le mere questioni tecniche; assume anche connotati etici significativi. Ci si deve interrogare se stia avvenendo un impiego della SEO finalizzato a innalzare il livello qualitativo dell’informativa oppure se piuttosto stia diventando strumento atto a influenzarne i risultati nelle ricerche senza autenticità. Ancora, è opportuno verificare se i contenuti creati risultino effettivamente pertinenti ed utili all’utenza oppure costituiscano mera attrattiva finalizzata ad incrementare flussi commerciali attraverso redditi pubblicitari. Le risposte a tali quesiti potrebbero giocare un ruolo cruciale nello sviluppo futuro dell’informazione virtuale così come nella realizzazione di una comunità più cosciente ed istruita.








