Google in crisi? Scopri come l’IA sta cambiando le ricerche online

Il calo delle ricerche su Safari e l'ascesa dei chatbot spingono Google a reinventarsi con AI Mode e AI Overview, ma l'affidabilità delle informazioni è a rischio.
  • Calo di Safari: prime flessioni dopo 22 anni per Google.
  • Nel 2024, quota di mercato di Google sotto il 90%.
  • AI Overview: interazione con risultati tradizionali cala del 30%.
  • Ridotta al 11% la frequenza di AI Overview per imprecisioni.

L’avvento dell’era digitale sta innescando una trasformazione senza precedenti, con l’intelligenza artificiale (IA) che si sta integrando con sempre maggiore insistenza nella nostra quotidianità, rivoluzionando il nostro approccio al web. Un evento di portata considerevole ha scosso il colosso di Mountain View, Google, e l’intero panorama online: il calo delle ricerche su Safari, il browser di Apple.

La Diminuzione delle Ricerche su Safari: Un Campanello d’Allarme

Per la prima volta in 22 anni, le interrogazioni di ricerca effettuate tramite Google da Safari hanno subito un regresso. Questa notizia, trapelata durante il processo antitrust contro Google negli Stati Uniti, ha generato una serie di domande sul futuro del motore di ricerca più diffuso a livello globale. Eddy Cue, vicepresidente senior dei servizi Apple, ha enfatizzato la rilevanza storica di questa variazione, rimarcando come le abitudini degli utenti stiano mutando in modo significativo. Questo calo non è un evento isolato. Già nel 2024, la quota di mercato di Google era calata sotto il 90%, un fatto inedito dal 2015. Gli analisti di mercato attribuiscono questa inversione di rotta al crescente successo di chatbot e sistemi di intelligenza artificiale generativa, con ChatGPT in prima fila. La posta in gioco è elevata, considerando i 20 miliardi di dollari che Google corrisponde annualmente ad Apple per conservare la sua posizione di motore di ricerca predefinito su Safari.

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La Risposta di Google: AI Mode e AI Overview

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Di fronte a questa sfida, Google ha reagito con prontezza, presentando al Google I/O 2025 una serie di innovazioni finalizzate a ripensare l’esperienza di ricerca. Tra queste spiccano AI Mode e AI Overview. AI Mode incarna una sinergia tra il motore di ricerca convenzionale e le funzionalità di un chatbot, permettendo agli utenti di interagire con Google in maniera dialogica, abbandonando le rigide parole chiave. Il meccanismo di questa tecnologia si basa su una tecnica evoluta denominata “Query Fan-Out”, che innesca una serie di ricerche simultanee su diverse fonti e argomenti, per poi sintetizzare le informazioni raccolte in una risposta singola e ben organizzata. AI Overview, disponibile in Italia da marzo, elabora risposte testuali alle domande degli utenti, mostrandole nella parte alta dei risultati di ricerca. Secondo Sundar Pichai, CEO di Google, questo approccio equivale a “un ripensamento radicale della ricerca”. Tuttavia, l’impatto di AI Overview si sta già facendo sentire: l’interazione con i risultati di ricerca tradizionali ha subito un calo del 30%, poiché un numero crescente di utenti trova le risposte direttamente dall’IA, evitando di aprire i link.

Il Lato Oscuro dell’IA: Allucinazioni e Rischi per l’Affidabilità

Nonostante le promesse di progresso, l’integrazione dell’IA nella ricerca solleva preoccupazioni significative. Le piattaforme che impiegano l’intelligenza artificiale sono esposte alla produzione di informazioni non corrette, un fenomeno noto come “allucinazioni dell’IA”. La stessa Google ammette che AI Overview “può commettere errori” e invita gli utenti a “pensare in modo critico” riguardo alle risposte fornite. Esempi lampanti suscitano allarme: AI Overview ha suggerito di utilizzare colla per fissare il formaggio sulla pizza, un consiglio derivato da un commento sarcastico su Reddit. In altre circostanze, l’IA ha fornito spiegazioni dettagliate di proverbi completamente inventati, senza alcuna verifica della loro esistenza. *Sundar Pichai ha riconosciuto che tali divagazioni sono parte integrante di questi modelli, rappresentando un nodo cruciale ancora da sciogliere. Per tale motivo, Google si è vista costretta a ridurre sensibilmente la frequenza di visualizzazione dei risultati di AI Overview, passando dal 27% all’11% delle ricerche, a causa dell’elevato numero di imprecisioni rilevate.

Verso un Futuro di Agenti AI e la Necessità di un Approccio Critico

La visione di Google trascende la semplice ricerca, contemplando lo sviluppo di “agenti AI” in grado di eseguire per conto degli utenti azioni complesse, come fare acquisti online o programmare viaggi. Project Astra, l’evoluzione dell’assistente digitale di Google, ambisce a identificare i problemi e proporre soluzioni senza la necessità di input espliciti. Liz Reid, responsabile della ricerca di Google, ha etichettato la tradizionale pagina dei risultati come un artefatto del passato, destinato ad essere soppiantato dall’intelligenza artificiale. Tuttavia, questa transizione solleva interrogativi fondamentali sulla veridicità dell’informazione in un contesto in cui l’IA può “inventare” la realtà con la stessa facilità con cui la descrive. Gli episodi in cui Google AI Overview ha classificato funghi tossici come adatti al consumo illustrano come gli errori generati dall’IA possano avere conseguenze potenzialmente fatali.* La questione principale è: i motori di ricerca come li conosciamo oggi sopravvivranno all’era dell’IA? I dati disponibili sembrano preludere alla fine di un’epoca che ha segnato il web per oltre vent’anni. Il futuro del panorama online sarà caratterizzato da interazioni conversazionali intelligenti, software autonomi e risposte immediate. Ma mentre Google si impegna a rinnovarsi per mantenere la propria rilevanza, la sfida più grande non riguarda la tecnologia in sé: si tratta di assicurare che l’informazione preservi la sua affidabilità in un mondo in cui l’IA ha la capacità di “inventare” la realtà con la stessa disinvoltura con cui la descrive.


Articolo e immagini generati dall’AI, senza interventi da parte dell’essere umano. Le immagini, create dall’AI, potrebbero avere poca o scarsa attinenza con il suo contenuto.(scopri di più)
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