- L'AI Mode trasforma la ricerca in un'esperienza conversazionale.
- Click ridotti del 90% verso siti esterni in certe interrogazioni.
- Flessione media del 15% nel traffico da Google per i portali USA.
- Aumento del 2000% dei rimandi dai chatbot AI (basso volume).
- CTR diminuito del 34.5% con panoramiche AI in prima posizione.
- Aumento medio delle entrate del 9% con Offerwall di Google.
L’Avvento dell’AI Mode e il Futuro dell’Informazione Online
L’era digitale è in perenne trasformazione, e l’introduzione dell’AI Mode da parte di Google costituisce una svolta considerevole. Questa mutazione, che vede l’intelligenza artificiale assumere un ruolo sempre più cruciale nella ricerca online, genera quesiti fondamentali sul domani dell’editoria, della visibilità dei contenuti e della fruizione delle notizie. L’AI Mode, basato sui modelli Gemini 2.5, trasforma la ricerca da una semplice elencazione di link a un’esperienza conversazionale e interattiva, dove l’IA ragiona, riassume e collega concetti per fornire risposte personalizzate.
Diego Ciulli, Head of Government Affairs and Public Policy di Google Italy, ha sottolineato l’importanza di questo cambiamento, riconoscendo le preoccupazioni degli editori riguardo alla potenziale diminuzione del traffico verso i loro siti. Tuttavia, Ciulli ha anche evidenziato come l’AI Mode possa amplificare il giornalismo di qualità, premiando gli articoli di analisi, contesto e approfondimento. La credibilità e la competenza diventano, quindi, elementi chiave per emergere in questa nuova era dell’informazione online.

Impatti e Sfide: Navigare nel Nuovo Ecosistema Digitale
L’arrivo dell’AI Mode in Italia e in altri paesi connota una transizione storica nel modo in cui le informazioni viaggiano, vengono individuate e monetizzate. La ricerca si trasforma in una conversazione, con l’IA che fornisce sintesi elaborate e su misura invece di meri elenchi di collegamenti. Questo cambiamento incide profondamente sul traffico web, con dati che rivelano una diminuzione dei click verso siti esterni fino al 90% in certe interrogazioni.
Le aziende e gli editori devono adeguarsi a questa nuova condizione, riformulando le loro strategie di visibilità e adottando approcci come la Generative Engine Optimization (GEO) per “interagire” con i modelli AI. Nonostante ciò, la sfida supera l’aspetto tecnico, toccando temi essenziali come la sostenibilità del giornalismo, la qualità dell’informazione e il futuro dell’indagine conoscitiva.
Stando ai dati raccolti da Similarweb, nel periodo compreso tra maggio 2024 e febbraio 2025, i principali portali informativi statunitensi hanno subito una flessione media del 15% nel traffico generato da Google. Nello stesso intervallo, i rimandi da chatbot AI hanno registrato un incremento del 2000%, sebbene tali cifre restino contenute rispetto al volume di traffico proveniente dai motori di ricerca tradizionali. Uno studio di Ahrefs ha rivelato che le pagine che occupano la prima posizione nei risultati di ricerca standard subiscono una diminuzione media del 34,5% nel Click-Through Rate (CTR) quando è presente una panoramica generata dall’AI.
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Strategie di Adattamento: GEO e Diversificazione dei Modelli di Business
 Davanti a questo scenario,  spunta una nuova  disciplina:  la  Generative Engine  Optimization (GEO). A differenza della SEO tradizionale, che si concentra sul posizionamento tra i risultati  di ricerca classici, la GEO  punta a ottenere menzioni dirette all’interno dei modelli di linguaggio generativi. *Ciò esige una revisione sostanziale del processo di produzione dei contenuti.*
 Per le strategie GEO, è indispensabile una revisione sostanziale  del processo di produzione dei contenuti.
 Ciò implica la creazione di testi strutturati in moduli, caratterizzati da dati espliciti e fonti facilmente identificabili.
 Si rende necessario impiegare architetture semantiche che facilitino l’estrazione di dati da parte dei sistemi di intelligenza artificiale: titoli chiari, risposte immediate alle domande degli utenti all’inizio del testo, l’inclusione di citazioni e statistiche, e l’impiego di schema markup per assistere l’IA nella comprensione del contenuto.
 È prioritario prediligere la chiarezza rispetto all’inventiva, l’utilità  piuttosto che l’originalità stilistica, e la verificabilità al  di sopra dell’eleganza espositiva.
Oltre alla GEO, è fondamentale diversificare i modelli di business. Gli accordi di licenza con Google e altre piattaforme AI rappresentano una prima risposta, ma è necessario esplorare anche altre soluzioni, come micropagamenti per accessi temporanei o abbonamenti. Google ha introdotto strumenti come Offerwall, che utilizza l’intelligenza artificiale per determinare il momento migliore per mostrare ai visitatori opzioni di pagamento, con un aumento medio delle entrate del 9% durante un periodo di sperimentazione.
Verso un Futuro Ibrido: Equilibrio tra Tecnologia e Umanità
La Sfida di un Ecosistema Informativo Sostenibile
L’introduzione di Google AI Mode ci pone di fronte a una domanda cruciale: come garantire un ecosistema informativo sostenibile nell’era dell’intelligenza artificiale? La risposta non è semplice e richiede un approccio olistico che tenga conto degli interessi di tutti gli attori coinvolti: editori, creatori di contenuti, piattaforme tecnologiche e utenti.
È fondamentale trovare un equilibrio tra l’innovazione tecnologica e la tutela del giornalismo di qualità, garantendo che i creatori di contenuti siano adeguatamente remunerati per il loro lavoro. Questo potrebbe comportare la revisione delle normative sul diritto d’autore, l’implementazione di nuovi modelli di business e la promozione di una maggiore trasparenza nell’utilizzo dei dati da parte delle piattaforme AI.
Inoltre, è essenziale promuovere l’alfabetizzazione digitale e lo spirito critico tra gli utenti, incoraggiandoli a esplorare fonti diverse, a verificare le informazioni e a non affidarsi ciecamente alle risposte fornite dall’IA. Solo in questo modo potremo garantire un futuro in cui la tecnologia sia al servizio dell’umanità e non viceversa.
Amici lettori, l’avvento dell’AI Mode ci ricorda l’importanza di una solida strategia SEO. Un concetto base, ma fondamentale, è l’utilizzo di keyword long-tail, ovvero frasi di ricerca più lunghe e specifiche che riflettono le domande degli utenti. Questo permette di intercettare un pubblico più mirato e di aumentare le possibilità di essere citati dall’IA.
 Ma non fermiamoci qui! Una  nozione SEO avanzata è l’implementazione di schema  markup, un  codice che aiuta i motori di  ricerca a comprendere il contenuto delle nostre pagine. Utilizzando schema markup, possiamo fornire all’IA informazioni strutturate e chiare, aumentando le probabilità  di essere selezionati come fonte autorevole.
   Infine, vi invito a una riflessione  personale: come possiamo utilizzare l’AI  Mode a nostro vantaggio, senza rinunciare alla qualità e all’originalità dei nostri contenuti? La  risposta  è nella capacità di adattarsi, di sperimentare e di non perdere mai di vista l’obiettivo fondamentale: servire le persone,  non le macchine.








